La storia dello smalto inizia da molto lontano e da molti millenni. Scopriamo i suoi inizi e la sua evoluzione nel corso dei secoli!

 

Dopo aver parlato della storia del rossetto, vogliamo parlare della storia dello smalto. Come quasi tutte le pratiche estetiche, anche la storia dello smalto inizia da molto lontano. Se fosse una fiaba inizierebbe sicuramente con “c’era una volta in un paese lontano lontano…” Siete pronte a conoscere la favola della storia dello smalto? Allora iniziamo!

Storia dello smalto e della cura delle unghie: l’inizio

C’era una volta, nel lontano paese del’India…

Ebbene sì, anche lo smalto proviene dalla mistica e millenaria cultura indiana. Già nel 3000 a.C. le donne indiane utilizzavano l’Henné per dipingersi le unghie. In Cina invece usavano smalti composti da gomma arabica, albume, gelatina e cera d’api, oppure da fiori mescolati con l’allume di potassio. Nel 1500 a.C. questa pratica arriva anche in Mesopotamia e in Egitto, dove appaiono le prime vernici composte da malachitegalena, e zolfo. La scelta del colore dello smalto aveva un significato importante, infatti  era uno dei tanti modi per “esternare” la propria casta e il potere che aveva la persona sul resto della popolazione locale. I nobili cinesi per esempio, preferivano tonalità metalliche per lo più dorate e argentate, mentre le egiziane puntavano sulle nuance del rosso: più il rosso era carico, più erano donne di potere.

Questa usanza era simile anche dall’altra parte dell’Oceano. Gli incas non usavano lo smalto per unghie solo per estetica o in funzione al loro rango, ma serviva anche a raccontare la propria storia, attraverso disegni e miniature realizzate minuziosamente. Chi l’avrebbe detto che la storia dello smalto e della nail art avesse radici così profonde?

Lo smalto nel medioevo e nel rinascimento

Come quasi tutti i trattamenti estetici, nel medioevo anche la storia dello smalto vede un periodo buio. Non solo perse di interesse, ma venne anche vietato, e le poche donne che utilizzavano lo smalto (scegliendo colori come il rosso o il nero) erano accusati dei soliti peccati medievali: lussuria, stregoneria e vanità. È nel rinascimento che lo smalto ritorna in auge, e le donne abbandonano i colori carichi delle loro ave per preferire toni chiari tendenti al nude.

La storia dello smalto arriva all’epoca moderna sulla cresta dell’onda

Dopo il rinascimento lo smalto non abbandonò mai più la donna. Anzi divenne così popolare, gli smalti dai colori accesi erano così amati che dobbiamo a esso i colori delle automobili!

Siamo arrivati nel 1920, anno in cui nasce la “moon manicure” ossia l’abitudine di lasciare senza smalto la lunetta alla base dell’unghia. Dieci anni dopo nasce il marchio Revlon degli italiani Carlo e Giuseppe e dal chimico Charles Lachman: essi inventarono un rivestimento opaco per tutti i tipi di colori di smalto, e solo 4 anni dopo Maxwell Lappo, un dentista, inventò il primo set di unghie finte per aiutare le persone che soffrivano di malattie che rovinavano le unghie.

Negli anni ’40 le unghie sono lunghe e colorate, per poi accorciarsi negli anni ’60 quando la moda hippie e i movimenti di emancipazione influirono sulla scelta dei colori: nuance più tenui e unghie corte e pratiche. È una moda che dura poco, perché solo dieci anni dopo arriva Andy Warhol, maestro e icona della cultura pop dai colori sgargianti. Le donne ora tendono a preferire smalti di colori fluo, sgargianti colorati e spiritosi. Fu in questi anni che Jeff Pink iniziò a colorare di bianco la punta (preferibilmente squadrata) delle unghie. L’avete riconosciuta? La french manicure è appena entrata nella storia dello smalto! Da adesso in poi gli anni vedranno solo una variazione di colore, preferendo a momenti smalti di colore sgargiante, momenti in cui saranno chiari e altri in cui si preferirà un colore più cupo.

Anche voi siete rimasti affascinate dalla storia dello smalto? Provate a immaginare le vostre ave che andavano a farsi le unghie dall’avo di MichelAngelo e si chiedevano se la moda dello smalto sarebbe mai finita!