I capelli biondi hanno storia genetica recente, che spiega la loro “rarità”: scopiamola insieme!

 

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ’n mille dolci nodi gli avolgea,
e ’l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi

Petrarca; Canzoniere 90

Quando parliamo di capelli biondi ci vengono subito in mente le poesie che poeti come Dante e Petrarca dedicarono alle loro donne. Ma ci siamo mai chiesti come mai i capelli dorati siano così poco diffusi nel mondo?

La risposta ci viene da uno studio recente, condotto dal professore David Kingsley e pubblicato su Nature Genetics nel 2013: i capelli biondi sono recentissimi (“recente” secondi i tempi dell’evoluzione!) e sono dovuti a una piccolissima mutazione del genoma umano.

Capelli biondi: nascita e diffusione

Come abbiamo detto, i capelli biondi nascono recentemente: infatti, secondo studi e ricerche, si è riscontrato che nascono verso l’ultima era glaciale, quindi circa 10.000 anni fa. Il biondismo si è manifestato al nord, dove le radiazioni solari sono più basse, quindi la pelle non ha bisogno di una grande protezione da esse. L’ipotesi tradizionalmente accettata è che la carenza di vitamina D delle regioni settentrionali (dovuta proprio alle basse radiazioni solari) che causava rachitismo, abbia contribuito a far nascere il gene dei capelli biondi, che ne sarebbe la risposta evolutiva, ossia una sorta di “difesa genetica”. La sua diffusione è dovuta, non tanto a un’evoluzione naturale, ma a una scelta sessuale: a seguito dell’era glaciale, le persone con i capelli biondi erano per questo motivo considerati “portatori di geni forti”, privi di rachitismo e quindi, la progenie avrebbe avuto meno probabilità di riscontrare la malformazione.

La mutazione che ha dato origine ai capelli biondi

Ora passiamo alla parte più scientifica: che si intende per mutazione genetica?

Le mutazioni genetiche sono alla base dell’evoluzione, e necessitano migliaia di anni per affermarsi. Considerate che se la diffusione del biondismo non fosse stata “pilotata” dalla scelta sessuale, volta a portare avanti i geni forti, i capelli biondi avrebbero impiegato ben 850.000 anni per prevalere sulla popolazione bruna.

Il DNA è formato da due filamenti che si avvolgono in una spirale su cui si agganciano quattro basi: l’adenina (abbreviata con la lettera A), la citosina (C), la guanina (G) e la timina (T) che si appaiono tra di loro. Se noi potessimo vedere il DNA ci apparirebbe come una lunga scala a chiocciola con i pioli.

Secondo lo studio sopra citato, i capelli biondi sono dovuti a una minuscola, piccolissima mutazione genetica di una delle quattro basi del DNA: l’Adenina si muta in Guanina in un punto preciso del genoma, senza alterare il resto della struttura genetica. Infatti la mutazione non si riscontra negli altri tratti somatici, come il colore della pelle, o degli occhi, come avviene invece per la mutazione che determina il capello rosso, che agisce anche sulla struttura proteica del gene, riscontrando quindi occhi e pelle chiare, lentiggini o una maggiore sensibilità al calore.
Per scoprire la base scambiata che da origine al biondismo, Kingsley e il suo team hanno esaminato il genoma delle popolazioni islandesi e olandesi, per poi osservare gli effetti di questa mutazione su cellule di pelle umana coltivata in provetta, scoprendo che lì l’attività del gene era ridotta.

 

Amiche bionde, ecco cosa c’è dietro ai vostri capelli dorati: una piccolissima mutazione genetica! Ora che sapete perché avete questo bellissimo colore dei capelli, non dovete più temere gli stereotipi sulle donne bionde, e per valorizzare al meglio la vostra chioma, venite nei nostri parrucchieri a chiedere consiglio!