Siamo così abituati ad avere un flacone di shampoo che diamo per scontata la sua presenza. L’arrivo in occidente di questo prodotto è tuttavia recente: lasciatevi affascinare dalla storia dello shampoo!

 

La storia dello shampoo inizia in una terra lontana (ma non troppo), la stessa terra del kajal e del pigiama (sì, anche del pigiama!). È una terra che da sempre ci figuriamo esotica, magica, affascinante, lontana. Una terra che ha sempre esercitato su noi occidentali un fascino senza tempo: da Alessandro Magno che vagheggiava di annoverarla tra le sue terre, a George Harrison, chitarrista dei Beatles, che cercava suoni nuovi, diversi e mistici, in grado di creare un connessione con la propria spiritualità.

Avete capito di che terra stiamo parlando? Dell’India, ovviamente. Sì, perché l’India, patria del curry, del sitar e del kajal, ha dato i natali anche al prodotto per capelli più utilizzato in tutto il mondo: lo shampoo.

Prima del suo arrivo in occidente, grazie alla colonizzazione inglese sulle terre indiane, per lavare i capelli si usavano misture simili a quella che abbiamo visto parlando della principessa Sissi, una mistura a base di uova, alcool, che oltre a pulire e accelerare l’asciugatura, toglieva l’odore di uovo, e olii essenziali, generalmente lavanda. Le persone più indigenti utilizzavano delle normalissime saponette, o la cenere. Ma non c’era un sapone pensato proprio per i capelli, come succede ora con lo shampoo. Ora entriamo più nel dettaglio e scopriamo insieme la storia dello shampoo e di come è approdato nelle nostre docce.

Dall’India con furore: la storia dello shampoo

Siamo nella seconda metà del ‘700,nel 1760 circa, e l’India sta subendo la colonizzazione inglese, e tra circa un secolo la Regina Vittoria sarà incoronata Imperatrice delle Indie.

Con questa colonizzazione, l’occidente ebbe modo di integrare alcuni usi e costumi proprio dell’India, tra cui utilizzare dei pantaloni di tessuti morbidi per dormire (ed ecco il pigiama!), e soprattutto notarono che il sapone che utilizzavano gli indiani per lavarsi i capelli, mantenevano il cuoio capelluto idratato e la struttura del capello era liscia, luminosa e profumata. I primi a scoprire lo shampoo furono i coloni, che storpiarono il nome originale con un suono più simile alla loro pronuncia.
Vi siete mai chieste come mai lo shampoo avesse questo nome particolare? L’etimologia di questa parola, risale infatti alla lingua hindi. “Champo“, ossia “massaggiare” “fare pressione”. Era difatti abitudine degli indiani (e ci è rimasto tutt’ora), di applicare lo shampoo massaggiando il cuoio capelluto, per favorirne l’igiene e la circolazione.

A rendere famoso lo shampoo fu Sheikh al-Din Mohammad, chiamato poi dagli inglese con il nome Sake Dean Mahomed. Mohammed veniva dal Patna, in India, e aprì a Brighton un bagno pubblico per il lavaggio dei capelli o come era conosciuto “Bagni dei vapori indiani di Mahomed”. I suoi bagni pubblici, non diversi da quelli turchi, offrivano il “trattamento indiano di champi”, ossia un lavaggio di capelli, esattamente come ora fanno i parrucchieri. I suoi servizi, all’epoca, erano così innovativi e apprezzati ed elogiati da Giorgio IV.
Mentre prima lo shampoo non era che un sapone bollito con acqua insieme alle erbe profumate, ora ce ne sono tantissimi, ognuno per ogni tipo di capelli. Sono lontani i tempi di Mohammad, in cui esisteva solo un tipo di shampoo! Ma per fortuna, noi parrucchieri, possiamo definirci suoi discendenti, conosciamo tutti i segreti per consigliarvi lo shampoo giusto!